martedì 22 settembre 2015

Il Festival dei giochi antichi

Il Festival del Tocatì propone giochi tradizionali provenienti sia dal Paese ospite, sia da varie Regioni italiane. Sono presentati da gruppi di appassionati giocatori, pronti a condividere antichi gesti ludici e a raccontare abitudini e storia del loro territorio. La manifestazione è incentrata sulla riscoperta, la valorizzazione e la salvaguardia dei giochi tradizionali che vengono praticati da piccole comunità di giocatori, in quanto ritenuti parte fondamentale della cultura di un territorio, come riconosciuto anche dall’UNESCO nella Carta Internazionale del Gioco Tradizionale, stesa nel 2003.
La manifestazione è organizzata e ideata dall'Associazione Giochi Antichi Verona, in collaborazione con l'assessorato alla Cultura del Comune di Verona, e gode del patrocinio del Parlamento Europeo, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e della Regione Veneto.
Le attività ludiche che si svolgono durante il festival sono giochi tradizionali, spesso tramandati da secoli, strettamente legati al territorio.
Alcuni dei giochi proposti durante la manifestazione sono: il Bastone siciliano, Boccia su strada, Calcio balilla, Carrara, Corsa con le Botti, Cuccagna, Fionde, Morra, Tamburello,Tiro alla Fune, Carrom, Dama,Yo-yo, Dixit, Figurine e molti, molti altri.
Oltre ai giochi tradizionali, il festival promuove esposizioni, installazioni urbane e d'arte, incontri e convegni, laboratori didattici, concerti di musica tradizionale e degustazioni di prodotti tipici della tradizione veronese, insieme a specialità del paese europeo ospite.
Al festival collabora anche l'università di Verona: le facoltà di Lingue e Letterature Straniere, Scienze Motorie, Economia e Lettere e Filosofia contribuiscono con varie iniziative e appuntamenti.


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Fonti:

http://www.tripadvisor.it/
https://it.wikipedia.org/wiki/Tocat%C3%AC

Evento: il tocatì


Nato nel 2003, il Tocatì (in dialetto "tocca a te" è un festival più unico che raro, che vuole far rivivere e conoscere ai bambini, ma non solo, i giochi tradizionali che si giocavano una volta per strada. Tutto il centro storico di Verona, con i suoi 200.000 metri quadri, fiume compreso, diviene un immenso parco giochi chiuso al traffico. Nelle sue piazze e nei suoi vicoli, i bambini possono imparare a far girare una trottola, a usare una fionda, o cimentarsi nei vari tornei di "s'cianco" o "lippa" che dir si voglia, il progenitore del baseball. Basta seguire l'indicazione della sagoma del simbolo della manifestazione per giungere in una diversa postazione di gioco, sono più di 50. Ogni anno una delegazione di un paese straniero è invitata a Verona per proporre i giochi della propria tradizione.
Il Tocatì ha avuto negli anni un sempre maggiore successo. Un modo per mettere da parte, magari per un fine settimana, playstation, game boy e computer vari. Esso può essere un'occasione per conoscere assieme a una guida turistica, la città, finalmente priva di macchine, e animata da una gioiosa e surreale atmosfera d'altri tempi.


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Fonti:

http://tocati.it/sort/giochi-tradizionali-italiani/http://www.veronaeconomia.it/

Scrivere giocando

 
 
 
Fonti:
 
 

Video gioco Montessori


Fonti:

http://www.video.mediaset.it/video/

Maria montessori e il gioco

Maria Montessori fu un’instancabile educatrice, un vero genio al servizio dei bambini, capace di mettere a punto un modello scientifico rivoluzionario, per aiutare i bambini disagiati, i bambini più svantaggiati sotto l’aspetto della socializzazione, i quali, pur non avendo necessariamente problemi di natura mentale o particolari handicap, hanno vissuto in zone o quartieri difficili, con genitori senza lavoro, in condizioni miserevoli, senza alcuna regola e abbandonati a se stessi e alla strada.
Il metodo educativo fu molto innovativo: il bambino era visto come un individuo laborioso, impegnato attivamente nei suoi lavori; il gioco non doveva essere visto solo come divertimento, ma come impegno, come coinvolgimento nelle sue attività. Non si sarebbe trattato di metodo duro, impositivo, coercitivo, ma di un metodo che tenesse conto del rispetto dei bisogni e degli interessi del bambino, lasciando che, divertendosi, si impegnasse spontaneamente, facendo di ogni cosa una nuova scoperta su cui concentrarsi ed esercitarsi. In tutto questo, seppe anticipare i tempi.
Ad esempio nella lettura, alla quale veniva data molta importanza, si aiutavano i bambini a familiarizzare con le lettere dell’alfabeto, costruite con il cartone o in legno, in modo che, unendole tra loro, potessero formare semplici parole. Strumenti di legno colorati, in modo da essere maneggiati dai bambini, erano messi a loro disposizione per imparare a fare i conti e conoscere le varie forme geometriche.
Per la Montessori, il gioco non deve essere usato per distrarre il bambino o tenerlo in qualche modo impegnato. Il gioco, invece, deve intendersi come un momento di formazione della personalità del bambino, fondamentale per sviluppare la creatività. Inoltre, perché il bambino raggiunga l’autosufficienza, deve imparare da solo a fare ciò che è potenzialmente in grado di fare, raggiungendo così l’autonomia.

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“Se v'è per l'umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l'uomo”


Fonti:

http://www.instoria.it/home/maria_montessori.htm

http://www.amando.it/societa/scuola-lavoro/metodo-educativo-montessori.html

domenica 20 settembre 2015

Crescere giocando!

Tradizionalmente, nel nostro paese, si gioca in famiglia tra persone di diversa età solo durante le feste di Natale. Un momento del genere, però, è anche e soprattutto un modo piacevole per stare insieme e volersi bene. Sarebbe opportuno trovare il modo di viverlo più spesso durante l'anno. Tutte le attività di gioco, in un modo o nell'altro, ci aiutano a potenziare determinate nostre capacità. Esistono, però, dei giochi che non possiamo eseguire se non possediamo già delle particolari competenze. Per esempio, non siamo in grado di giocare a monopoli se non sappiamo leggere, contare; così come non possiamo partecipare a una corsa ciclistica se prima non abbiamo imparato ad andare in bicicletta.

Per non vivere delle situazioni stressanti e improduttive, quindi, dobbiamo evitare di effettuare dei giochi che richiedono conoscenze e abilità non ancora in nostro possesso. Ma dobbiamo anche tendere a praticare giochi più impegnativi, man mano che aumentano i nostri livelli di esperienza e di cultura. Se continuiamo tutta la vita a effettuare gli stessi giochi che ci divertivano da bambini, ci confiniamo in uno stadio inferiore alle nostre effettive potenzialità, rischiando di non maturare completamente.
Un grande piacere che la natura ci offre è quello di giocare. Questa attività dovrebbe essere teoricamente la più innocua, perché finalizzata essenzialmente al piacere di trascorrere del tempo in maniera gioiosa. Ma l'esasperata pratica di uno stesso gioco, anche se potenzialmente di grande valore formativo, provoca la specializzazione di alcune determinate facoltà, inibendo lo sviluppo di tutte le altre.

I giochi elettronici, per esempio, ci impongono un tipo di passatempo solitario anche in momenti della giornata che potremmo dedicare ad attività più socializzanti.
In linea generale, quindi, dobbiamo cercare di praticare più giochi diversi possibile, in modo da riuscire a stimolare l'intera gamma di attitudini di cui il nostro cervello è potenzialmente dotato.
Spesso i giocattoli servono a un doppio scopo. Oltre all'intrattenimento, servono anche per aumentare le capacità cognitive e per stimolare la creatività. I giocattoli per neonati includono quelli con suoni distinguibili, colori brillanti, e coinvolgono il senso del tatto. La coordinazione e altre abilità manuali si sviluppano dalle seguenti attività infantili di interazione con i giocattoli. Biglie, e blocchi staccabili richiedono l'uso delle mani e del corpo. L'agilità mentale, che comincia nell'infanzia, viene messa alla prova da puzzle giocattolo di relazioni spaziali. I giochi educativi per bambini più grandi contengono spesso puzzle, tecniche per la soluzione dei problemi, o proposizioni matematiche. Un gioco popolare per questo gruppo di età fu il Cubo di Rubik.
Si potrebbe pensare che i giochi da tavolo siano giochi statici, noiosi o un passatempo per gli anziani in realtà essi sono di vitale importanza per la mente, abilità e conoscenza dei bambini.


Rimanendo ore su un tavolo con dei bastoncini o sdraiati per terra con delle semplici costruzioni si va a spaziare da ambiti come la fantasia, creatività, pazienza, immaginazione, rispetto delle regole, logica, pianificazione, astuzia, capacità matematiche e di relazione con gli altri.
Oggigiorno il tempo che si impiega per giochi da tavolo o abilità in Italia è sempre più in calo preferendo ad essi giochi elettronici o altro; è proprio da qui che si deve ripartire e riscoprire le cose più semplici ma spesso le più belle e utili per il bene del soggetto.  


Fonti:
http://www.treccani.it/enciclopedia/gioco_(Enciclopedia-dei-ragazzi)/
https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Giochi_antichi

Immagine gioco antichità


 
Dadi:  
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(Achille e Aiace giocano a dadi. )


Fonti:
http://www.indafondazione.org/it/note-su-aiace/

Origini del gioco


Le origini del gioco sono antichissime e, praticamente, coincidono con la comparsa dell'uomo sulla Terra. Se analizziamo i reperti conservati nei musei e osserviamo le scene raffigurate sugli antichi affreschi e mosaici, possiamo notare come gran parte degli attuali strumenti di gioco abbia un'origine molto remota.
Anche in Egitto, in Grecia, a Roma e in tutto il resto del mondo antico i nostri antenati si divertivano, come noi, con palle, palline, cordicelle, trottole, birilli, carretti, bambole e soldatini. Anche giochi più elaborati, come gli scacchi sono nati molto tempo fa.
Siccome spesso il gioco viene ritenuta un'attività non direttamente produttiva, si tende talvolta a non considerarlo degno delle persone 'serie'. Una rivalutazione dell'importanza del gioco ha cominciato a prendere forma con la pubblicazione del saggio Homo ludens ("Uomo che gioca") dello storico olandese Johan Huizinga. In quella fondamentale opera veniva per la prima volta sostenuto che il gioco non è una delle tante occupazioni dell'uomo, ma è il motore di tutte le sue più importanti attività: arte, letteratura, teatro, diritto, scienza, religione e filosofia. Inoltre, si affermava che l'istinto del gioco è comune a tutti gli esseri umani, in qualunque parte del mondo vivano e qualsiasi grado di cultura possiedano. Il gioco è un'attività molto utile e fondamentale che ci consente di rafforzare e di affinare, in maniera piacevole, le potenzialità del corpo e della mente. È importante giocare anche in famiglia, tra persone di diversa età, per imparare a stare insieme e volersi bene. Mette innanzitutto in risalto le valenze positive del gioco, sottolineando come anche un'occupazione piacevole di questo genere ci consenta di rafforzare e di affinare le potenzialità del corpo e della mente.
Dobbiamo considerare che a fare di un'attività un gioco non è il tipo di azioni che compiamo, ma è lo spirito con cui le svolgiamo.


Per svolgere un'attività di gioco dobbiamo avere a disposizione delle specifiche risorse. In particolare, ci servono: dei materiali da maneggiare, dei compagni da coinvolgere, un regolamento da seguire, alcune competenze a cui attingere e, infine, il tempo, la voglia e uno spazio adeguato... Non è necessario, però, possederle proprio tutte.
Esistono molti giochi che non richiedono particolari attitudine, volendo, abbiamo sempre l'opportunità di giocare da soli. Il giocattolo più grande che abbiamo ricevuto in regalo dalla nascita, e che non ci lascia mai, è il cervello, sede della nostra fantasia e della nostra creatività.
Un giocattolo eccessivamente sofisticato rischia anzi di rendere passivo il nostro atteggiamento e di soffocare lo sviluppo della nostra creatività.
Il gioco tra due compagini contrapposte, infatti, aiuta a consolidare lo spirito di collaborazione e il rispetto dei rapporti all'interno di un gruppo. Molti genitori riempiono di giocattoli i propri figli, nell'intento di soffocare il senso di colpa che provano per non riuscire a trascorrere molto tempo con loro. Non dobbiamo, però, illuderci: nessun giocattolo al mondo può suscitare gli stessi stimoli cognitivi, creativi ed affettivi che procura il piacere di giocare e imparare divertendosi insieme ai propri genitori.


"I giochi aiutano i bambini a esplorare il mondo che li circonda"
 (Friedrich Wilhelm August Fröbel,)
 
Fonti:
 http://www.treccani.it/enciclopedia/giocare_(Enciclopedia-dei-ragazzi)/
http://www.associazionegiochiantichi.it/giochi-tradizionali.aspx

sabato 19 settembre 2015

I bambini sanno giocare come una volta?

Un tempo la villeggiatura era solo riservata ai ricchi o a dei fortunati che avevano parenti in località marine o montane. Un'altra possibilità erano le colonie ma vi vigeva una rigida disciplina che impediva ai bambini di esprimersi e giocare liberamente. Qualche attività ricreativa si poteva fare negli Oratori delle Parrocchie o di organizzazioni religiose, ma era sempre troppo poco per il ruolo e l’importanza che ha il gioco per il bambino.
Il recupero dei giochi tradizionali rappresenta la riscoperta della propria storia, delle proprie origini e del senso di appartenenza. Il gioco stimola l’inventiva, la curiosità, la manualità, l’ingegno; con il gioco il bambino si adatta e si avvicina alla società degli adulti.

Le attività ludiche che i ragazzi oggigiorno compiono sono molto cambiate rispetto a una volta. Ora passano gran parte del tempo chiusi in casa davanti a grandi o piccoli schermi, giocando con Wii, Play-Station, Nintendo e altri giochi elettronici; negandosi tempo all’aria aperta, luce del sole, movimento, creatività, conoscenza e miglioramento delle proprie capacità fisiche e motorie; per non parlare dell’aspetto relazionale, vale a dire la conoscenza di sé e dell’altro, la comunicazione, l’interscambio, la competizione, l’imparare a crescere dai contrasti, affrontando le difficoltà. Quindi dalla semplice attività del gioco si può aiutare l’individuo, formandolo ed educandolo per interiorizzare le norme del vivere in società.

"L'uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare"

(George Bernard Shaw)

Fonti:
http://www.tgcom24.mediaset.it/

"Ci si diverte proprio con poco "

Il gioco viene definito da vari testi ed enciclopedie come un piacevole esercizio singolo o collettivo a cui si dedicano bambini o adulti per passatempo, svago, ricreazione o con lo scopo di sviluppare l’ingegno o le forze fisiche. Da sempre esiste una netta distinzione tra sport e giochi tradizionali.

Il gioco tradizionale non è modo per riempire il tempo o trovare delle alternative alla noia ma è un metodo per inserirsi, scoprire e conoscere le tradizioni e cultura di un tempo e un popolo. Il gioco è l’espressione più autentica della cultura umana, è sempre "figlio del tempo" e si adatta al contesto sociale in cui si svolge.

Ma come si divertivano una volta, dal momento che lo svago è una necessità naturale per la gioventù? Semplicemente inventando giochi fatti di niente ma dove era necessario dimostrare bravura, forza e scaltrezza. In passato trasformavano le cose più semplici e banali, ottenendo dei veri giochi con un obiettivo, dei mezzi, uno scopo e che richiedevano delle abilità motorie e fisiche. Queste attività ludiche rispecchiano molto il detto dei genitori e nonni "ci si diverte proprio con poco!". I giochi dei bambini nell’antichità non differivano da quelli dell’età nostra; sia quelli individuali (il cerchio, la trottola, la palla, l’altalena, l’aquilone,…) sia quelli collettivi (nascondino, acchiappino, mosca cieca,…). Tutti questi atti ricreativi sono stati largamente documentati da quadri, dipinti, affreschi, graffiti, sculture, poesie, libri nel corso della storia. Gli adulti si compiacevano dei giochi particolarmente durante e dopo i banchetti. Assai praticato era il gioco dell’ottabo come pure quello degli astragali.


Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Giochi_antichi
http://www.giochitradizionali.it/
Testi scolastici

giovedì 10 settembre 2015

Il gioco.


"L’uomo è veramente uomo soltanto quando gioca."
(Friedrich Schiller)

In etologia, psicologia, e altre scienze del comportamento, per gioco si intende un'attività di intrattenimento volontaria e intrinsecamente motivata, svolta da adulti, bambini, o animali, a scopo ricreativo. Nella lingua italiana, la parola "gioco" viene anche impiegata in modo più specifico, riferendosi ad attività ricreative di tipo competitivo, e caratterizzate da obiettivi e regole rigorosamente definiti (come nel caso dei giochi di società o dei giochi da tavolo).
Alcuni giochi possono coinvolgere un solo giocatore (si parla di "solitari"), ma, nella maggior parte dei casi, essi prevedono una competizione tra due o più partecipanti.
Essendo un tratto fondamentale della natura umana e condiviso anche da numerose altre specie animali, il gioco è studiato da numerose discipline (per esempio filosofia, antropologia, psicologia, sociologia). Analogamente, lo studio dei giochi in sé, la ludologia, presenta elementi di contatto con numerose altre discipline, incluse alcune legate alla specifica natura di alcuni giochi per esempio la statistica per i giochi con una significativa componente casuale, o la teoria dei giochi per quelli marcatamente strategici.

Fonte:https://it.wikipedia.org/wiki/Gioco






"Si può scoprire di più su una persona in un’ora di gioco che in un anno di conversazione."
(Platone)